Condizione della donna in Marocco

Donne di Tangeri nel 1973.
Lalla Salma, principessa consorte del Marocco.

La storia delle donne, il loro ruolo di genere, la condizione femminile e i diritti delle donne in Marocco comprendono la loro vita prima, durante e dopo l'arrivo dell'Islam nel paese del Nordafrica.

Nel 622 d.C., quando la fede musulmana giunse in terra marocchina, le donne ricevettero tre diritti religiosi fondamentali: il diritto di vivere, il diritto ad essere onorate e rispettate come madri e il diritto di lavorare ed impiegarsi professionalmente (vedi protofemminismo).

Dal 1940 fino alla dichiarazione d'indipendenza del Marocco dalla tutela dell'impero coloniale francese avvenuta nel 1956 le donne vissero in unità familiari chiuse o harem, in cui comunità estese convivevano assieme e dove le donne rimanevano isolate con il bisogno di richiedere l'autorizzazione ad un uomo prima di poter lasciare una famiglia. In quel periodo le donne sposate godevano di maggiori diritti delle donne ripudiate.

L'importanza di una donna nella società dipendeva dall'età e dallo status nella famiglia e nella comunità; le donne erano dedite ai lavori domestici, al ricamo e alle attività di artigianato, alla frequentazione della Madrasa (scuola coranica) e dei bagni noti come hammam. La tradizione degli harem è andata sparendo negli anni dopo l'indipendenza[1].

A seguito dell'indipendenza dalla Francia le donne poterono iniziare a frequentare scuole laiche. Con l'istituzione del codice giuridico noto come Mudawwana nel 2004, le donne marocchine ottennero i diritti di divorziare dai propri mariti, di ottenere la custodia dei figli e mantenerli, di possedere ed ereditare proprietà[1].

Le donne hanno coperto ruoli di trasmissione delle tradizioni orali, di forgiare le fondamenta d'importanti istituzioni, di essere coinvolte nell'opera di resistenza al colonialismo e tenendo in sé posizioni di potere dopo la creazione dello Stato, le donne svolgevano - e continuano a farlo - un ruolo significativo in Marocco.

Ad oggi i pieni diritti delle donne, in Marocco, devono essere ancora pienamente acquisiti.

Nonostante non sia uno Stato fortemente repressivo, le donne devono vedersi riconoscere alcuni diritti completamente: come il diritto all'aborto (valido solo in 3 casi), l'abolizione completa della poligamia (fortemente ostacolata, ma di fatto ancora legale), e la stessa quota di eredità. Si sono però compiuti dei considerevoli passi nel campo dei diritti delle donne, come la concessione del voto nel 1959, l'abolizione del matrimonio riparatore nel gennaio 2014, il divieto del burqa (gennaio 2017) e l'attuazione di una legge contro la violenza sulle donne nel dicembre 2018.

Il "Gender Inequality Index" per il 2013 era fissato a 0,460 (alla 92ª posizione su 152 paesi), la mortalità materna era di 100 morti su 100.000, le donne presenti in parlamento rappresentavano l'11% del totale e le ragazze che possedevano un'istruzione secondaria erano il 20,1% del totale[2].

La situazione è vistosamente migliorata secondo il Gender Gap Report del 2019, anche se scesa molto di posizioni. Il Marocco infatti si classifica 143º su 153 paesi analizzati, con un punteggio di 0,605 su 1,000, ma comunque migliore rispetto al 2006 (punteggio 0,583 e 107ª posizione) e 2012 quando il valore era di 0.5845 (alla 129ª posizione su 144 paesi)[3].

Le donne oggi costituiscono il 23,1% della forza lavorativa nel Paese. Il tasso di alfabetizzazione femminile nel Paese è del 64,6% e le donne che posseggono un'istruzione primaria, secondaria e terziaria sono rispettivamente il 97%, 64,5%e 35,7%. Le donne componenti il Parlamento sono il 20,5% e le donne ministro sono il 5,6% del totale. L'età delle donne alla nascita del primo figlio è di 30,2 anni e la media di figli è di 2,42 a donna, su 100.000 donne ne muoiono circa 70 di parto naturale[4].

Il Global Gender Gap Report 2021 posiziona il Marocco 144º su 156 paesi analizzati con un punteggio di 0,612 su 1,000[5]

  1. ^ a b Women in Morocco, su thirdeyemom.com, THIRDEYEMOM. URL consultato il 9 novembre 2013.
  2. ^ Table 4: Gender Inequality Index, su hdr.undp.org, United Nations Development Programme. URL consultato il 7 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 28 novembre 2015).
  3. ^ The Global Gender Gap Report 2013 (PDF), su www3.weforum.org, World Economic Forum, pp. 12–13.
  4. ^ Global Gender Gap Report 2020 (PDF), su www3.weforum.org.
  5. ^ Global Gender Gap Report 2021 (PDF), su www3.weforum.org.

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